Già nel mese di marzo diversi media internazionali avevano ipotizzato un “male” molto grave, alla luce dei comportamenti sempre più erratici e agli scatti d’ira continui del presidente russo, quasi certamente dovuti – secondo le tesi circolate che non hanno mai trovato finora riscontro – ai farmaci che assume per curare, probabilmente un trattamento a base di steroidi per combattere un tumore o comunque una patologia grave. Cure aggressive che gli causerebbero quel pallore e quel gonfiore sospetto soprattutto del collo e del viso. Esperti commentano notizie secondo cui il leader russo sarebbe affetto da disturbi causati dall’uso di steroidi Potrebbe esserci una spiegazione fisiologica dietro la decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina.
- Tuttavia gli steroidi possono anche essere utilizzati nelle terapie contro i tumori da soli o associati alla chemioterapia.
- E proprio dall’intelligence emergono notizie di rapporti molto “tesi” con il capo del Cremlino.
- Diversa l’opinione di Paolo Pozzilli, professore Ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università Campus Bio-Medico di Roma, che definisce “speculazioni” l’ipotesi che Putin che sarebbe in cura con farmaci steroidei che avrebbero alterato le sue capacità mentali e peggiorato la sua lucidità nel prendere le decisioni.
- E’ vero chele terapie con cortisone possono dare alterazioni dell’umore, ma da qui a dire che una persona possa perdere il senno ce ne passa“.
- Gli steroidi anabolizzanti hanno molti effetti fisici, come favorire la crescita della massa muscolare e aumentare la forza e l’energia.
Sì, almeno stando agli 007 occidentali che, in diversi rapporti elaborati nelle ultime settimane, hanno messo a nudo quello che potrebbe essere lo stato di salute fisica e mentale dello zar del Cremlino. Il presidente russo soffrirebbe di comportamenti sempre più erratici e di scatti d’ira continui, quasi certamente dovuti ai farmaci che assume per curarsi. Vladimir Putinsoffrirebbe di un disturbo cerebrale causato da demenza, morbo di Parkinson o “rabbia da roid” derivante dal trattamento con steroidi per il tumore.
Putin malato? Minelli: “Ipotesi rabbia da steroidi”
Certo, per il viso gonfio e l’irritabilità non si può escludere l’uso di steroidi, che però sono utilizzati in molte malattie. L’intelligence elabora rapporti sul “comportamento sempre più irregolare” del leader russo causato, secondo alcune indiscrezioni, da demenza, morbo di Parkinson o “rabbia da roid” derivante dal trattamento con steroidi per il tumore da cui è affetto. Vladimir Putin sarebbe Wachstumshormone kaufen affetto da diverse patologie, tra cui il cancro. I farmaci a base di steroidi potrebbero aver alterato le sue facoltà mentali. Che avrebbero anche cambiato il suo aspetto fisico e peggiorato la sua lucidità nel prendere le decisioni. La rabbia di Roid è un disturbo psichico che può colpire chi assume regolarmente steroidi, che si manifesta con accessi ingiustificati di rabbia e violenza.
Vladimir Putin, “cervello compromesso dagli steroidi: ecco la prova”. Parla l’esperto, uno choc
“Un rapporto causa-effetto tra l’assunzioni di steroidi e un possibile cambiamento nel processo decisionale” di Putin “lo considero assolutamente poco probabile”, conclude Pozzilli. Intanto la popolazione russa prende dissente – talvolta a carissimo prezzo – dalle decisioni di “politica estera” adottate da Putin. E proprio dall’intelligence emergono notizie di rapporti molto “tesi” con il capo del Cremlino. Ieri la notizia di una lettera che annuncia sviluppi inattesi. Per Umberto Tirelli, oncologo e direttore scientifico del Tirelli Medical di Pordenone, “fare una diagnosi a distanza e dai pochi segnali evidenziati dai video, è impossibile”. Ma sulla spiegazione “fisiologica” della guerra in Ucraina c’è chi prende le distanze.
“E’ vero che le terapie con cortisone possono dare alterazioni dell’umore, ma da qui a dire che una persona possa perdere il senno ce ne passa”, afferma. “Un rapporto causa-effetto tra l’assunzioni di steroidi e un possibile cambiamento nel processo decisionale” di Putin “lo considero assolutamente poco probabile”, conclude Pozzilli. Ad affermarlo è Paolo Pozzilli, professore Ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università Campus Bio-Medico di Roma, commentando quanto riportato dalla stampa inglese sullo stato di salute di Putin chesarebbe affetto da disturbi causati dall’uso di steroidiche avrebbero anche cambiato il suo aspetto fisico e peggiorato la sua lucidità nel prendere le decisioni. “Le notizie sulle condizioni di salute precarie del leader russo Vladimir Putin, che sarebbe in cura con farmaci steroidei che avrebbero alterato le sue capacità mentali, “mi sembrano tutte speculazioni. E’ vero chele terapie con cortisone possono dare alterazioni dell’umore, ma da qui a dire che una persona possa perdere il senno ce ne passa“. Affermazioni al momento senza prove, ma che vanno ad aggiungersi alla lunga lista di indiscrezioni, o presunte tali, sulla presunta malattia di Putin.
Da giorni infatti si rincorrono le notizie sulle condizioni di salute del leader russo che, secondo fonti di intelligence occidentali vicino al Cremlino e riportate dal Daily Mail, soffrirebbe di disturbi cerebrali causati da demenza, sarebbe affetto dal morbo di Parkinson o avrebbe “attacchi di rabbia” derivanti dal trattamento con steroidi per curare il cancro. Ipotesi supportate da un numero crescente di rapporti sul “comportamento sempre più irregolare” e aggressivo del 69enne, combinato con il suo aspetto gonfio evidente nei video più recenti e la distanza che insiste a mantenere durante le visite dei leader stranieri al Cremlino. “Ritengo che quello della ‘cattiveria’ nei pazienti complessi, pur non trovando pubblicazioni scientifiche su questo argomento, sia un tema fortemente interdisciplinare che merita la massima attenzione anche sul versante clinico – sottolinea Minelli – Certamente la rabbia o l’aggressività non sono tratti comportamentali estranei ai pazienti con cronicità severe di tipo immunologico, neurologico oppure oncologico. Si tratta però di temi che, differentemente da quel che può accadere per la depressione o per l’ansia, molto raramente vengono affrontati in medicina, per quanto siano essi stessi in grado di ostacolare gli effetti benefici della cura ed influire negativamente sul benessere del paziente”. “Ritengo che quello della ‘cattiveria’nei pazienti complessi, pur non trovando pubblicazioni scientifiche su questo argomento, sia un tema fortemente interdisciplinare che merita la massima attenzione anche sul versante clinico”, precisa Minelli. «Ritengo che quello della ‘cattiverià nei pazienti complessi, pur non trovando pubblicazioni scientifiche su questo argomento, sia un tema fortemente interdisciplinare che merita la massima attenzione anche sul versante clinico – sottolinea Minelli – Certamente la rabbia o l’aggressività non sono tratti comportamentali estranei ai pazienti con cronicità severe di tipo immunologico, neurologico oppure oncologico. Si tratta però di temi che, differentemente da quel che può accadere per la depressione o per l’ansia, molto raramente vengono affrontati in medicina, per quanto siano essi stessi in grado di ostacolare gli effetti benefici della cura ed influire negativamente sul benessere del paziente».